Studenti indiani in piazza contro il blocco di Gaza: scontri e fermi davanti all’ambasciata israeliana

Studenti indiani in piazza contro il blocco di Gaza: scontri e fermi davanti all’ambasciata israeliana

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Nuova Delhi, 10 giugno 2025 – Decine di studenti delle principali università della capitale sono stati caricati e fermati dalla polizia mentre cercavano di raggiungere l’ambasciata d’Israele per denunciare il blocco di Gaza e l’arresto degli attivisti della Freedom Flotilla.

Studenti indiani in piazza contro il blocco di Gaza: scontri e fermi davanti all’ambasciata israeliana
Studenti indiani in piazza contro il blocco di Gaza: scontri e fermi davanti all’ambasciata israeliana
PC: indianexpress

Gli studenti, riuniti sotto sigle di sinistra come AISA e SFI, sventolavano bandiere palestinesi e cantavano “Free Palestine”. La polizia ha eretto transenne in Dr APJ Abdul Kalam Road e, dopo brevi tafferugli, ha trascinato i manifestanti su camionette dirette a commissariati di zona; tutti sono stati rilasciati in serata.

La protesta è scoppiata 24 ore dopo l’abbordaggio, in acque internazionali a circa 170 km da Gaza, del veliero Madleen della Freedom Flotilla. L’imbarcazione trasportava aiuti umanitari per la popolazione della Striscia, dove l’ONU registra livelli di fame “catastrofici” dopo oltre un anno e mezzo di guerra e assedio.

A bordo c’erano 12 volontari di dieci Paesi, fra cui l’attivista svedese Greta Thunberg e l’eurodeputata franco-palestinese Rima Hassan. Thunberg e altri tre attivisti hanno accettato la deportazione; gli otto rimasti, difesi dal centro legale Adalah, rifiutano di firmare e restano in un centro di detenzione ad Ashdod.

Il brasiliano Thiago Ávila ha avviato uno sciopero della fame per protestare contro la detenzione che i legali definiscono “arbitraria e contraria al diritto del mare”.

La posta in gioco per Nuova Delhi
I collettivi studenteschi accusano il governo Modi di aver “stracciato la tradizione filo-palestinese dell’India” a favore di una partnership strategica con Israele, culminata in commesse militari e in astensioni alle Nazioni Unite su risoluzioni di condanna.

«Se l’India vuole davvero essere la più grande democrazia del mondo, non può restare in silenzio di fronte a un assedio che affama due milioni di civili», ha dichiarato Sanam della SFI davanti ai cancelli sbarrati dall’esercito.

I collettivi minacciano nuove mobilitazioni nazionali se Nuova Delhi non “fa pressione per la liberazione degli attivisti e la fine del blocco di Gaza”.

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